Versi apocrifi

Informazioni

Autore: Rocco Giudice
Editore: Newl'ink
Collana: L'OOK | n.01/2013
Genere: saggistica/catalogo illustrato
Lingua del testo: italiano
Formato: cm 15 x 22
Pagine: 114 con 64 tavole a colori
Allegato: DVD (video/audio)
Prezzo: €16,00
ISBN:978-88-907521-2-4

Soggetto della pubblicazione

Il libro si compone di 26 poesie dell’autore corredate, in serrato dialogo, da 64 opere d’arte appositamente realiz-zate da altrettanti artisti italiani.
Nota dell’autore: Un avviso, dovuto a te, lettore benevolo: quelle che stai per leggere sono poesie che possono prestarsi a fraintendimenti, abusi di interpretazione, strumentalizzazioni di ogni genere. Non intendo risparmiarti nessuna di queste cose, lettore amico. Ricorda innanzi tutto, apocrifo, etimologicamente, significa nascosto: non vuol dire, come vuole una falsa etimologia in soccorso della malafede, falso, secondo un’interpretazione interessata che postula un’autenticità, qui, fuori discussione. E nascoste, per moltissimi (e quanto brevi, grazie a ciò che mai disseccò a reminiscenza) anni, furono queste poesie, riviste, a volte, a distanza per niente ravvicinata, di più lustri, rilette e riscritte e infine, riproposte per le stesse ragioni personali e altre, meno contingenti, che ieri costringevano alla segretezza e oggi inducono a pubblicarle. Per molto tempo, si è messo sotto accusa il linguaggio corrente, letterario e non, per opporgli le più spericolate invenzioni di avanguardie e post-avanguardie e per distillare un idioma, più o meno, riconoscibile e personale, cavato dal linguaggio ordinario prelevandone alcune porzioni – nemmeno le più saporite, spesso. Altra opzione, connessa e talvolta, di rincalzo alla prima, opporre la forma chiusa alla ‘verità’,
‘costrizioni metriche’ in alternativa a ‘libertinismo metricida’. Intervenire post-modernamente sui codici, interagire con tradizioni ‘alla fonte’, uscire dalle prospettive ritagliate dalla lingua standard, non basta. L’autore è solo nominalmente il titolare di un testo sottoposto alla sovranità del lettore, è grazie a questi che il testo, decodificato, passa dalla potenza all’atto. Non c’è un primato da contestare, perché ‘prima’ è solo uno degli effetti retroattivi del testo, allorché l’autore diventa ‘uno’ degli elementi o delle funzioni del testo, delle parti in causa. Quanto ai codici, possono essere falsificati o riprodotti; le tradizioni, rimosse o selezionate, riformulate e manipolate; la lingua standard fu elevata a idolo o censurata quale strumento di dominio. Allora, rendendo al paradosso
apparente l’ovvietà che merita: l’autore non è un elemento accessorio o ‘funzione’ del testo ovvero lo strumento necessario di una istanza superiore, perché nessuna lettura, fra le possibili e anche le più lontane dal testo di partenza, può prescinderne e annullarne gli ‘effetti’ scritti; un codice, un linguaggio, una retorica costringerà il prodotto secondario a riconoscervi qualcosa in più di un interlocutore di passaggio; la tradizione – il già detto, il già scritto – incombe a ogni atto di scrittura, anche quello che ne ignora o sconfessa gli uffici; la lingua d’uso e quella letteraria non devono per forza guerreggiare, la poesia fa a meno di categorie che i sociologi della lingua nelle sue varie espressioni potranno compitare senza pretendere di andare responsabilità che non gli spettano.



La collana

“L’OOK”, diretta da Calusca, è una collana dedicata interamente all’interdisciplinarietà, alla sinergia sperimentale, al coinvolgimento simultaneo dei diversi ambiti della ricerca artistica contemporanea, riferita sia alle arti visive, alla musica, al teatro, alla letteratura, al cinema. L’OOK è un contenitore di differenti momenti espressivi che, annotati nella propria specificità, sulle pagine di ciascun volume della collana, rendono quest’ultima capace di raccontare l’essenza dell’indole produttiva di Newl’ink, ovvero, la dinamicità extra cartacea della nostra ricerca. Ogni libro di questa collana testimonierà, in sintesi, la storia di un evento ed il suo corale svolgimento.